Il Museo, realizzato all’interno del Castello di Montesarchio, è dedicato alla storia della Valle Caudina e alle testimonianze archeologiche dei centri più importanti – Caudium (Montesarchio), Saticula (Sant’Agata de’ Goti), Telesia (San Salvatore Telesino).
Il MANSC si sviluppa in sei sale poste al primo piano dello storico edificio che documentano la ricostruzione del paesaggio in età preistorica (sala I), accompagnata dall’esposizione di reperti rinvenuti in varie località del Sannio Caudino, fino all’ampia sezione dedicata al sito di Caudium, l’attuale Montesarchio (sale II-IV).
In ordine cronologico sono esposti alcuni corredi delle necropoli caudine, databili tra la metà dell’VIII e il III secolo a.C., che testimoniano la ricchezza e la complessità del sito, interessato da intensi scambi commerciali con le città greche della costa e il mondo etrusco-campano. Di particolare interesse sono i numerosi vasi figurati di produzione attica e italiota, soprattutto crateri, rinvenuti in tombe risalenti al V- IV secolo a.C.
L’ultima parte del percorso di visita è dedicata agli altri due importanti centri del Sannio Caudino: Saticula (Sant’Agata dei Goti) e Telesia (S. Salvatore Telesino), di cui si espongono materiali esemplificativi provenienti dalle ricche necropoli.
Informazioni
Responsabile: Dott. Vincenzo Zuccaro
Ente competente: Direzione Regionale Musei nazionali della Campania
Sede: Via Castello – 82016 Montesarchio
Telefono: +39 0824 83 45 70
Orario: dalle ore 9.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Chiusura settimanale: Lunedì
Costo del biglietto: 2 €
IL MANSC ospita il cratere di Assteas, il cosiddetto“ vaso più bello del mondo”, che raffigura il mito del ratto d’Europa. Al vaso realizzato dal ceramografo di Paestum ritrovato in una sepoltura a Sant’Agata de’ Goti , è dedicato il nuovo allestimento finanziato dal Comune di Montesarchio, allestito all’interno del percorso espositivo del piano primo del castello.
LA TORRE DI MONTESARCHIO
La Torre di Montesarchio fa parte del complesso museale Mansc
La Torre e il Castello, che sorgono sul colle Ciavurno, furono destinati a prigioni di Stato durante il regno di Ferdinando di Borbone. Nella Torre furono rinchiusi patrioti napoletani, tra i quali Pironti, Nisco e Carlo Poerio. Ancora oggi è possibile visitare quella che, tradizionalmente, viene indicata come la cella di quest’ultimo dal 28 maggio 1856 al 09 gennaio1859, quando la pena fu commutata in deportazione. Fino al 1906 il Castello fu adibito a casa di detenzione.
Nel 1915-1918, fu tappa di smistamento delle autorità militari.
Nel 1919-1923, il Castello e i suoi dintorni furono oggetto di lavori per la trasformazione in “Sanatorio Criminale”. Tale progetto non fu realizzato.
1949/950 Il Castello e la Torre, dichiarati Monumenti Nazionali, vennero restaurati dal Genio Civile di Benevento.
Nel 1958 furono avviate le pratiche per poter ospitare al Castello l’Istituto “Mater Orphanorum” che il 20 luglio 1960, festa del Patrono Universale degli Orfanelli e della Gioventù, iniziò ad alloggiare i minori.
Nel 1990, l’Istituto Caritativo “Mater Ophanorum” lasciò il Castello e il 16 marzo 1994 l’Amministrazione Finanziaria consegnò le chiavi del Castello alla Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento che nel 2007, lo ha destinato a sede del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino.